Incipit , chi ben comincia è a metà del libro!
RUBRICA di consigli di lettura del lunedì
16 marzo 2020

“Cara mamma, potresti venire a prendermi appena leggi questo? TI PREGO! Sono triste”.

Lo confesso. Non ho mai partecipato ad un campo estivo, mentre tantissimi dei miei più cari amici sì, alcuni di loro sono persino capi scout, come lo sono anche due delle mie colleghe. Ciascuno di loro in questi anni ha condiviso con me racconti e aneddoti, esperienze e giochi per bambini e ragazzi, modalità di gestione di un gruppo. E ora che ho finito di leggere il fumetto della Brosgol, mi sembra di aver aggiunto a quelle storie una nuova voce.
Sempre pronti nasce da un’esperienza personale dell’autrice, ossia le sue estati, qui radunate in una sola, al campo estivo russo.
Chi è Vera Brosgol? Classe 1984, di origine russa, fumettista già conosciuta dal pubblico di giovani lettori con il suo primo successo, la graphic novel “Anya e il suo fantasma” (pubblicata sempre da BAO Publishing). Ha lavorato per molti anni a Laika – lo studio di animazione che ha prodotto tra i film Coraline, solo per citarne uno.
Vera si trasferisce in America all’età di cinque anni, ancora bambina sì, ma abbastanza grande da provare sulla sua pelle la “doppia assenza” (cit. Abdelmalek Sayad), quel sentire di non appartenere né al paese di origine né al paese di accoglienza: “troppo povera, troppo russa, troppo diversa”.
In Sempre pronti, quello che la piccola “Verusik” vuole di più è integrarsi, sentirsi uguale alle sue compagne benestanti che vivono in grandi e belle case, organizzano indimenticabili feste di compleanno e hanno costosi giocattoli. E così quando Vera ha la possibilità di partecipare ad un campo scout russo, grazie al contributo economico della sua chiesa ortodossa, non sta più nella pelle: non solo non sarà più l’unica bambina del quartiere a passare le vacanze in città, ma lo farà in mezzo ai suoi connazionali, libera dalla pesante sensazione di essere diversa.
Lì al campo dove partecipa insieme al fratellino, che viene assegnato al gruppo dei più piccoli, tutti indossano la divisa, hanno toppe da cucire sul petto come medaglie, cucinano e imparano rudimenti di artigianato. Ma le difficoltà non tardano ad arrivare: i servizi igienici si trovano in una baracca senza porte e piena di ragni, ci sono un sacco di insetti, le sue compagne di tenda più grandi prima la snobbano, poi la deridono e umiliano davanti al gruppo.
Vera non riesce a sentirsi accettata nemmeno qui, così inizia a scrivere delle lettere alla madre nelle quali le chiede ripetutamente di tornare a casa.
Colpisce la bravura della Brosgol nel ritrarre Vera, con pochi tratti, in tutti i suoi cambiamenti di stato d’animo e di comportamento verso gli altri. All’inizio timida e intimorita, poi accondiscendente e pronta a tutto pur di conquistare l’amicizia delle sue compagne di tenda, di nuovo sola contro tutti e persino cinica quando con una battuta deride un compagno che si è fatto male.
La Brosgol ci riporta a quelle estati preadolescenziali, alle amicizie “per sempre”, alle gelosie e cotte per lo stesso ragazzo, alle prime delusioni. Estati emotivamente forti e per questo indimenticabili!
La vita nel campo è una prima prova di maturità come individui autonomi, pronti a sentirsi parte di una comunità più grande della propria famiglia. Che siano disposti ad ammetterlo a se stessi o meno, tutti questi giovani scout tornano a casa cambiati, inclusi Vera e il fratellino, che alla fine della loro esperienza, si ritrovano d’accordo sul fatto che ne sono usciti indenni, ma che fatica è stata!
In appendice al libro ci sono alcune fotografie personali e una copia della lettera originale scritta da Vera a sua madre durante il campeggio, assieme a una nota in cui l’autrice spiega “se qualcosa è stato cambiato, i sentimenti narrati sono però veri al 100%. Molti amano i campi estivi e non vedono l’ora di andarci ogni anno. Sono felice per loro, ma non sono come loro. So di non essere la sola a pensarla così e questo libro potrebbe far sentire alcuni bambini meno soli”.

Età consigliata a partire dai 10 anni.

Sempre pronti di Vera Brosgol, colori di A. Longstreth, trad. di Michele Foschini, BAO Publishing editore 2019.