Incipit, chi ben comincia è a metà del libro!
Rubrica di consigli di lettura del lunedì
Jimmy Liao – La pietra blu, Camelozampa 2019, albo in cartonato cm. 20,5 x 24, 148 pp. In libreria dal 17 ottobre.
The blue stone è un’opera del taiwanese Jimmy Liao risalente al 2006, pubblicata ora in Italia dalla padovana Camelozampa, giovane ed autorevole casa editrice indipendente, sempre attenta in questi quasi dieci anni di attività a coltivare la bibliodiversità nelle sue pubblicazioni di letteratura per l’infanzia. La bella traduzione di questo piccolo romanzo per immagini è a cura di Silvia Torchio, cui mai smetteremo di essere grati, poiché è grazie a lei che la produzione di Liao è approdata in Italia.
Per chi ama gli albi illustrati e segue da vicino l’evoluzione della letteratura dedicata all’infanzia oggi, il nome di Liao suona un po’ come quello di una rock star, con all’attivo più di 50 pubblicazioni, tradotte in 15 lingue. Ed effettivamente nella sua Taiwan sono sorti parchi a tema dedicati alla sua opera, i suoi disegni si trovano su fermate della metro, orologi, aeromobili e dai suoi libri sono stati tratti numerosi film. Eppure questa grande produzione non cade mai nello scontato né nella ripetizione, mantenendo – grazie ad una poetica ferrea e a un talento sconfinato ed immaginifico – la capacità di smuovere emozioni profonde e delicate.
Ci sono dei temi e dei segni che tornano in molti dei libri di Jimmy Liao, frutti di un’immaginario unico, a cavallo fra una modernità rutilante ed un gusto raffinato per la tradizione espressiva orientale.
Il viaggio è certamente uno dei topoi più cari allo scrittore, ed è proprio di un viaggio nello spazio e nel tempo, reale e metaforico che parla La pietra blu.
La pietra blu giace serena nel profondo della foresta: attraversa indenne stagioni e calamità naturali, immersa in una natura selvaggia che si cura da sé. Un giorno la mano dell’uomo trova la pietra blu e la spacca in due, lasciandone una parte nel luogo d’origine e rimuovendo l’altra, che servirà per la costruzione di un’enorme scultura. Da qui il meccanismo si ripete sempre uguale: la parte estirpata alla foresta viaggia per il mondo, ogni volta qualcuno la trova e la trasforma in qualcosa; poi questo qualcosa, sebbene inizialmente oggetto di ammirazione, viene dimenticato o subisce un incidente, per cui la pietra di cui è costituito si risveglia, avverte nostalgia per la metà lontana nella foresta e va in pezzi, si spacca, si crepa, come un cuore sofferente. E di nuovo la parte di essa rimasta più intatta arriva nelle mani di qualcuno che vi ricaverà qualcosa d’altro. Sinché, quasi totalmente disfatta, la pietra blu riuscirà a portare a termine il suo lungo viaggio, ricongiungendosi alla sua altra metà, che l’attende, serena, nella foresta.
Nelle tavole de La pietra blu, nitide e precise, convivono oscurità e brillantezza, dolore ed allegria. La prospettiva infantile sulle cose del mondo coesiste con uno sguardo malinconico, in un caleidoscopio di yin e yang, dove la notte si tramuta in giorno ed il giorno in notte. Scenari naturali e metropolitani si alternano, abitati da bambini, lune, animali giganti e palloncini su uno sfondo di blu sempre diversi.
Apriamo il libro e la dedica “ a mio padre e a mia madre”, che subito salta agli occhi, dichiara di cosa si parlerà: d’amore. Sì, La Pietra Blu è forse il racconto della nostalgia per il luogo della nostra origine, dell’inconscio desiderio di tornare al grembo da cui siamo partiti per il nostro viaggio. O forse La Pietra Blu è un moderno racconto di quel mito dell’androgino che Aristofane raccontò nel Simposio di Platone: un’armonia spezzata, un’essere mozzo che sempre va ricercando la sua metà perduta per il mondo. Comunque sia, La Pietra Blu è uno struggente canto d’amore per il pianeta, per l’essere umano e per l’arte, tanto complesso quanto disarmante. Io l’ho letto assieme a mia figlia, che ha cinque anni, e ci siamo commosse, e ci siamo abbracciate come due pietre. Blu.
Età di lettura dai 6 anni.