I libri che…servono: libri a tema

Fino a questo momento vi ho parlato di come uso i libri da prof senza un intento didattico specifico. E’ un po’ come assaggiare qualcosa mentre si cucina, io faccio assaggiare un testo, faccio venire loro l’acquolina in attesa di mangiare insieme a tavola. Si prepara così il terreno al piacere di leggere, si aprono le porte all’interesse, alla curiosità, alla ricerca, tutti aspetti fondamentali e sostanziali per innescare un processo virtuoso di apprendimento, ma a scuola tutto questo non è sufficiente. E’, o dovrebbe essere la base, ma la scuola ha bisogno di strumenti per andare oltre ed è qui che spesso si colloca la ricerca di libri a tema da parte degli insegnanti: “Puoi consigliarmi un libro per…?” “Hai letto quel libro lì? Potrebbe essere utile per…” e così via. Ricerca che non reputo banale, ma anzi, mi pare fondamentale, perché se c’è una cosa bella dell’insegnare è proprio continuare a studiare, andare in ricerca, mettersi in ascolto.

Libro a tema o temi nel libro?

L’esempio di John della Notte di Gary Paulsen

Rileggo con voi un libro che ho amato moltissimo: John della Notte di Gary Paulsen, edito in Italia da Equilibri nel 2019. Un libro vincitore di notevoli premi come il Premio Andersen 2020 al “Miglior libro mai premiato” e soprattutto, primo classificato nella categoria Scuole medie del progetto Xanadu 2019/20; a dimostrazione che anche i ragazzi lo hanno apprezzato.

La vicenda è ambientata nel Sud degli Stati Uniti  ai primi dell’800. Il protagonista è John, uno schiavo nero, che avendo imparato a scrivere clandestinamente, a prezzo della vita, inizia a insegnarlo agli altri schiavi neri a cui non era permesso imparare a leggere e scrivere. La storia è raccontata da Sarny, una schiava bambina, poco più che dodicenne che impara a leggere grazie a lui. Il racconto è molto duro, la vita degli schiavi ci appare subito in tutta la sua crudezza e nell’estrema violenza a cui sono sottoposti dai padroni.

E’ un libro a tema perfetto per parlare della schiavitù, della segregazione razziale, della tratta degli schiavi tra Africa e Stati Uniti, della violenza tra bianchi e neri, degli Stati Uniti e dell’Africa, dell’economia delle piantagioni, dei diritti umani… Questo sarebbe l’argomento del libro.

Poi sotto il primo “assaggio” scopriamo che il libro parla anche di altro: dell’importanza di saper leggere e scrivere. Perché è così importante? Nel libro lo è perché il sapere è una forma di predominio dei bianchi sui neri, quindi i padroni, bianchi, non vogliono che gli schiavi, neri, possano impadronirsi del sapere in questo modo  rischierebbero di perdere la propria forza. Gli schiavi saprebbero difendersi, potrebbero scrivere e raccontare cosa subiscono quotidianamente e quindi denunciare il padrone bianco e così via…Il sapere è quindi un’arma potente, come spiega lo stesso John : “Tutti dobbiamo imparare a leggere e scrivere, in modo che possiamo scrivere di questo…di tutto quello che ci stanno facendo. Tutto deve essere scritto.” Qui si aprirebbe un dibattito lungo un anno: a cosa serve la scuola? Cosa vuol dire sapere? Cosa serve sapere oggi?

E con il “secondo boccone” ci viene incontro un altro tema:  chi sono i maestri? Cosa vuol dire esserlo? Lo è solo John o anche la Mammy di Sarny che la cresce e la cura? E tu che maestri ricordi? Chi ti ha insegnato a leggere? A scrivere? Si leggono solo le parole o anche i quadri? Le persone? Il mondo che ci circonda?

E con “il terzo boccone” riflettiamo su altro ancora: Cos’ è la libertà ? Cos’è  la schiavitù? Cosa vuol dire essere liberi? Di cosa siamo schiavi oggi?

E al “quarto boccone” ci sembra che ci sia anche un altro tema : il predominio dell’uomo sulla donna, che schiava, diventa solo una “riproduttrice” come la mamma di Sarny… la violenza nei rapporti di forza tra uomo e donna.

E potrei continuare o forse potreste continuare voi.

Dopo il primo assaggio, tra un boccone e l’altro, emergono altri sapori, altri TEMI. Pian piano il libro per … acquista altre sfaccettature. A questo punto ritorno all’inizio ho scelto “John della notte” per parlare di schiavitù dal punto di vista storico-antropologico – geografico, e mi ritrovo a parlare di quanto è importante studiare o della libertà. Come vedete andando in profondità il libro apre continue finestre su altro, il libro è una materia complessa dentro la quale si dipanano ulteriori fili. A ben vedere possiamo dire che tutti i buoni libro servano a … pensare, parlare, ragionare, mettersi nei panni degli altri, conoscere.

Cosa fare quindi?

Il mio consiglio è mettere quel libro sul proprio comodino. Ruminarlo, rileggerlo, mettere i post it, ragionarci tanto prima di proporlo  ai propri alunni… solo in seguito leggerlo in classe. La mia copia di “John della notte” è ancora sul mio comodino in attesa del momento giusto.