Una prof racconta …

 Alternativa (ovvero come sopravvivere)

(novembre 2021)

Tra le fantastiche possibilità offerte dalla scuola italiana c’è quella di scegliere l’attività alternativa all’insegnamento della Religione Cattolica. Chi tra gli insegnanti debba, però, svolgere le attività alternative non è dato sapere una volta per tutte, e spesso, sono proprio le insegnanti di lettere a dover svolgere queste ore. A me è capitato di avere così tante ore di alternativa in classi così diverse che alla fine i ragazzi mi identificassero come fossi proprio prof. di Alternativa, atea, magari “laureata in alternativa” tra l’ilarità delle mie colleghe di dipartimento di lettere.

Cosa fare, dunque, di queste lunghissime ore di alternativa? Tra Cineforum cogestiti con i ragazzi delle terze,  articoli per il giornalino d’istituto, approfondimenti relativi alle Giornate Mondiali di…come  prevedibile ho cominciato a leggere con i ragazzi.   Ci sono alcuni vantaggi nel leggere in queste occasioni:

-il gruppo è meno numeroso rispetto al gruppo classe;

-non si legge per “compito” o per “voto” ma per il piacere di farlo insieme; (si l’alternativa ha anche un voto, ma non è numerico);

-è più facile creare un momento di condivisione in cui liberamente confrontarsi e ascoltarsi, proprio perché si è in un piccolo gruppo.

Cosa leggere?

Il consiglio è sempre lo stesso che darei a chiunque legga con e per bambini e ragazzi di qualunque età: qualcosa che vi piaccia, che vi abbia emozionato, che abbia toccato voi per primi, che sappiate e vogliate condividere con loro.

In genere propongo una rosa di libri, 3 o 4, con una breve sinossi e la lettura dell’incipit, anche questo nel piccolo gruppo degli alternativi è più semplice. Sceglierlo con loro significa in qualche modo agganciarli subito nella storia e tener conto dei loro gusti letterari. Significa sostenerli nelle loro scelte, cosa che a scuola è davvero importante fare. Significa riconoscere che i ragazzi sono capaci di pensare, appassionarsi, appassionare e che questo alla fine è il segreto per educare alla lettura.

Ho letto diversi libri con i ragazzi e piano piano ve li racconterò, vorrei iniziare da un libro che ha così tanto coinvolto i miei alternativi che una di loro lo ha letto tutto d’ un fiato in una notte: Hotel Grande A. di Sjoerd Kuyper La nuova Frontiera Junior (2017).

Il libro ha per protagonista, Kos, un ragazzo di  13 anni  che abita in un Hotel con le sue tre sorelle e suo padre ( la madre è morta). Kos racconta ad un registratore le avventure che vive in un mese abbastanza complicato della sua vita, un mese nel quale dovrà occuparsi della sua famiglia, salvare l’Hotel da un debito, scoprire le prime emozioni amorose, essere selezionato dall’Ajax, essere sostegno per padre colpito da un infarto…

Perché leggerlo?

La caratteristica di questo libro è la profondità e la leggerezza con cui affronta temi estremamente importanti: la malattia, la morte, il sesso, ma soprattutto l’amore.

Noi siamo con Kos in ogni pagina: nei suoi imbarazzi e nelle sue conquiste, nei suoi dubbi e nella sua forza. Ma attorno a lui ci sono le sorelle, di età e caratteristiche diverse, c’è il padre, c’è la madre, morta, ma presente nei dialoghi e nei pensieri di figli e marito; c’è Isabel, la ragazza di cui è innamorato che parteciperà al racconto sul registratore. E’ un libro che apre a riflessioni profonde, sulla vita, l’amore, lo sguardo maschile e quello femminile, il sesso,  gli incontri e gli scontri che caratterizzano ogni adolescente che si affaccia alla vita.

A chi e con chi leggerlo?

Per la profondità di sguardo è un libro per i ragazzi e le ragazze che sanno già guardarsi dentro, lo consiglierei ad una classe matura. Devono essere ragazzi e ragazze che stanno facendo i conti con le prime scelte della propria vita, che abbiano uno sguardo sottile e trasversale, che sappiano ridere, sorridere, forse anche piangere leggendo un libro. E’ un libro che coinvolge in egual misura ragazzi e ragazze perché il protagonista è un ragazzo nel quale i ragazzi si identificano facilmente ( è innamorato, ma lei non lo sa, gioca a calcio, odia le sorelle…) e guarda il mondo con i suoi occhi, ma apre alle riflessioni al “femminile” grazie alle incursioni nella storia di Isabel.

L’ora di alternativa si trasforma così in un momento “sospeso” tra una lezione all’altra, di scambio e riflessione preziosa per i ragazzi e le ragazze e per gli insegnanti che la condividono con loro.