LIBRI&LIBRAIE NAUFRAGHI E NAUFRAGI

LIBRI&LIBRAIE NAUFRAGHI E NAUFRAGI

LIBRI&LIBRAIE del lunedì, per iniziare con slancio la settimana!

Francesca vi racconta:

NAUFRAGHI E NAUFRAGI. Dieci storie di naviganti, soldati e aviatori, di Anna Vivarelli, illustrazioni di Alfredo Macaluso, Sinnos, 2023

“Le più belle storie iniziano sempre con un naufragio” Jack London

La potenza della natura, a volte devastante, contrapposta alla forza di volontà, al coraggio e alla tenacia di dell’uomo.

Ecco, in poche parole, il “cuore” di questo nuovissimo libro Sinnos, uscito il 3 marzo, nella collana “Narratori a colori”: dieci storie di altrettanti naufragi, un po’ racconto di avventura, un po’ libro di divulgazione scientifica, un po’ narrativa a tema storico, dalla penna di Anna Vivarelli e con le belle illustrazioni di Amedeo Macaluso.

L’etimologia della parola “naufragio” rimanda alle navi e al mondo marino. Le storie raccontate nel libro, pervase da un grande amore per l’avventura e per la natura (da quella del Dirigibile Italia, alle vicende di Louis Zamperini e Alexander Selkirk a tre famosi naufragi dell’antichità) sono però ambientate anche in luoghi diversi, come quella dell’incidente occorso a Antoine de Saint-Exupéry, e del suo aereo caduto nel deserto, forse una delle più note, ma anche delle più affascinanti, perché strettamente legata alla genesi e alla scrittura de “Il piccolo Principe”, ambientato proprio nel deserto del Sahara.

Tutti i naufragi narrati sono sempre “romanzeschi” e le avventure terminano in modo diverso, che può essere l’approdo in un luogo sicuro o un evento tragico. L’occasione che dà origine al fatto può essere la più diversa: c’è chi viaggia da solo per esplorare territori sconosciuti (e il rischio quindi è anche messo in conto) e chi invece si trova coinvolto suo malgrado nella situazione. In ogni caso è soprattutto la personalità dei naufraghi (siano essi solitari esploratori o interi equipaggi) che merita di essere raccontata e che dà vita ad imprese eroiche ed epiche di resistenza, caparbietà, cocciutaggine. Il naufragio è qualcosa che ci ricorda quanto, come esseri umani, siamo fragili e indifesi. E’ una metafora letteraria della nostra precarietà.

Infine, come ci viene ricordato nella prefazione, è dal racconto della storia di un eroe avventuriero più volte naufrago, il mitico Odisseo, che nasce la letteratura.

Da sottolineare l’utilizzo del font Leggimi, appositamente creato per agevolare la lettura (non solo per ragazzi con problemi di DSA) prima font ad Alta leggibilità ad essere disegnata e progettata in Italia nel 2006 proprio da Sinnos, casa editrice pioniera in questo campo e non solo. Belle ed espressive le Illustrazioni di Amedeo Macaluso, tutte giocate sulle sfumature di blu e azzurro, con qualche pennellata di giallo.

Perfetto per lettori e lettrici amanti della storia e dell’avventura (con una predilezione per il mare), dai 9 anni in su.

LIBRI & LIBRAIE – UNA STELLA DI NOME AIAX

LIBRI & LIBRAIE – UNA STELLA DI NOME AIAX

Oggi Maria vi racconta “UNA STELLA DI NOME AJAX” di Ulf Stark, illustrato da Stina Wirsén, uscito da poco in Italia con Iperborea, la casa editrice milanese specializzata in letteratura scandinava, nel suo catalogo MINIBOREI dedicato a piccole grandi storie per grandi piccoli lettori.

Con il titolo originale di “En stjärna vid namn Ajax”, Stark ci offre un racconto tenero e profondo sul legame che si stabilisce fra un bambino ed il suo cane; una fiaba sulla vita che sboccia e su quella che volge al tramonto, una storia sull’amore inter-specie, su stelle e desideri, sulla morte, la sua accettazione ed il suo superamento. Delicata e misteriosa è la corrispondenza d’amorosi sensi che si crea fra l’infanzia ed il mondo animale, fatta d’intensità comunicativa che passa attraverso gesti istintivi ed un riconoscimento sincero.

Il cane Ajax ha sette anni quando gli arriva un bambino, si chiama Johan e strilla! Gesto dopo gesto, il rapporto tra i due si costruisce, con Ajax che sostiene e cura e Johan che, scoprendo, porta allegria. C’è la mamma di Johan e c’è un cavallo; ogni giorno che passa, Joahn cresce. E Ajax invecchia. Si incontrano giocando, sulla neve, a guardar le stelle, ma pian piano l’energia dell’uno aumenta e quella dell’altro diminuisce. Ora è il bambino a prendersi cura del cane, a leggergli storie, a trainarlo sullo slittino. Poi, una sera, quando Johan ha sette anni, Ajax si addormenta e non si risveglia più: sognando è volato in cielo. Mentre tutti dormono, Johan guarda le stelle nel cielo e si chiede dove sia il suo cane: decide di andare a cercarlo e, in sella al cavallo, va dalle strade del suo paese allo spazio cosmico. Lassù Johan trova la stella di Ajax, che ha persino il suo muso, e vorrebbe portarsela via, ma il Tutto appare e gli spiega che non è possibile, nessuno può tirare giù una stella. E però la nostalgia di Johan è tale che farebbe qualsiasi cosa per quella stella. Allora il Tutto gli offre l’ombra della stella, se risponderà ad un indovinello. Il bambino risponde (gli indovinelli erano un gioco suo e di Ajax), l’universo si ferma un attimo e poi riprende, e se ne va via, in groppa al destriero, verso casa. Mette l’ombra della stella sotto al suo letto, a volte gli sembra sentirla abbaiare. Finché un giorno…
La narrazione, tutta incentrata sulla diade bambino-cane, pur mantenendo un tono sospeso, è piena di dettagli, che aprono ad un pensiero magico, ad una storia che diviene di tutti. La scrittura di Stark qui è lontana dai ritratti buffi, grintosi, portentosi, e non prende mai i toni disincantati di tanti altri suoi romanzi, dove anche i temi più sottili si mescolano allo scherzo e all’ironia. Qui si vola verso un firmamento di poesia, volando sopra le cose del mondo.
Questo piccolo libro si accompagna a delle splendide illustrazioni 
di Stina Wirsén, attualmente una delle più note illustratrici svedesi contemporanee: figure, colorate solo in parte (sembra a china), che vivono in assenza di sfondo, sulla pagina bianca, ad eccezione di alcuni portentosi scorci di cieli stellati.

La traduzione, particolarmente sensibile, è a cura di Samanta K. Milton Kwnoles nata a Stoccolma da madre svedese e padre americano. La Milton Knowels si trasferisce molto presto in Italia, dove vive tutt’ora, collaborando come traduttrice editoriale dallo svedese, dall’inglese e dal danese per diverse case editrici, ha alle spalle una laurea in Studi Interculturali presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla traduzione cinese di Pippi Calzelunghe.

E poi c’é Ulf Stark, della cui scrittura qui ho già detto: questo piccolo libro esce originalmente in Svezia nel 2007. Spesso le sue storie si ispirano ad eventi biografici, a persone reali, che vengono trasformati in personaggi di carta e dipinti con affetto. Il tema della morte viene spesso affrontato dallo scrittore, che riesce a passarlo con delicatezza ai suoi piccoli lettori, pensiamo a “Sai fischiare, Joanna?” e alla parlante metafora dell’aquilone; ma viene da pensare tanto, e soprattutto, al capolavoro, uscito postumo nel 2018 (e arrivato da noi nel 2020) “Rymlingarna”, “La grande fuga” in cui il piccolo Ulf ed il burbero nonno Gottfrid scappano insieme dalla clinica dove quest’ultimo è ricoverato, in barba ad ogni buonsenso, verso la libertà, ovvero la casa sull’isola dove il nonno e la nonna si sono amati.

Mi chiedo in “Una stella di nome Ajax” se e cosa ci sia della vita di Stark, magari la rielaborazione di un’esperienza familiare. Sarà capitato a molti di noi di perdere un amico animale e vivere questa triste esperienza assieme ai nostri figli. A me è capitato recentemente e, ahi noi più di una volta, di condividere tali perdite ed osservo in mia figlia l’immanenza del ricordo, vivo nella malinconia e nel sorriso, come se, davvero, per lei quegli amici perduti siano diventati stelle fisse, guide gentili, isole di piccole memorie cui ritornare.

Quando ci troviamo al cospetto di un animale capita di percepirne chiaramente l’energia, attraverso i movimenti che compie ed il calore che emana. Ad ogni animale la sua energia, ma anche ad ogni età dell’animale un modo diverso di abitarla ed emanarla. Altrettanto le piante, piccoli fremiti che prendono per dare, colorano e rinfrescano, effimere o secolari. Ciò, evidentemente, capita anche per le persone (siamo animali, dopo tutto), ma per alcune è più netto percepirle, per altre meno, pieni come siamo di sovrastrutture, profumi e regole. Con l’infanzia però è diverso. Ogni bambino possiede una corrente di energia sottile, libera e liberatoria, le loro manine, i loro sorrisi, le calde lacrime aprono crepe, ci commuovono e toccano parti dell’anima del mondo. Bambini ed animali illuminano l’ombra.

Una storia che rimargina ferite e carezza l’anima, da leggere stando vicini ai nostri bambini.

Età di lettura dai 4 anni.

Maria

LIBRI E LIBRAIE – DAGFRID, LA RIVOLTA DEL MERLUZZO

LIBRI E LIBRAIE – DAGFRID, LA RIVOLTA DEL MERLUZZO

LIBRI&LIBRAIE del lunedì, per iniziare con slancio la settimana!

Mariella vi racconta:

DAGFRID, LA RIVOLTA DEL MERLUZZO, di Agnès Mathieu–Daudé, illustrazioni di Olivier Tallec, Babalibri, 2023.

Dagfrid la bambina vichinga è tornata e con lei torna il vento della ribellione, che scompiglia trecce e molto altro! Ma per chi si fosse perso il primo episodio, meglio fare un piccolo riepilogo. Dagfrid è una bambina vichinga, che si ribella ai doveri che vengono imposti alle bambine: vestirsi con abiti lunghi che fanno solo inciampare, dover tenere le trecce arrotolate come pagnotte attorno alle orecchie e cucinare e mangiare solo pesce essiccato! Dagfrid ha voglia di scoprire l’America, di imbarcarsi per nuove avventure e così un giorno parte e quello che trova diventa un’occasione per scambiare saperi e conoscenze con altre bambine, come lei. Di Dagfrid vi innamorerete all’istante: perché mostra coraggio e indipendenza e sa il fatto suo (in termini di fiducia e consapevolezza delle proprie inclinazioni) e a contribuire al colpo di fulmine ci pensa quel genio di Tallec che la ritrae con lo sguardo accigliato e deciso, scompigliata e temeraria.

E veniamo dunque alla seconda avventura “Dagfrid, la rivolta del merluzzo”. In questo episodio, Dagfrid è richiamata ancora una volta alle mansioni da bambina vichinga: stavolta dovrà preparare il banchetto (a base di pesce, ça va sans dire) per i capi vichinghi. Per Dagfrid non se ne parla proprio. Lei, che per non sentire la puzza di pesce indossa una molletta sul naso, proprio non ci sta, soprattutto perché si confronta col fratellone Odalrik, che in quanto ragazzo ha davanti a sé un futuro da guerriero o marinaio, ma che per volere dei suoi genitori sembra starsene tutto il giorno sdraiato dentro la barca a non far niente. Ma anche Odalrik vorrebbe fare altro nella sua vita e grazie alla sorella avrà modo di imparare nuove e più stimolanti mansioni…

Se nel primo episodio, si scardinavano un bel po’ di stereotipi di genere, qui invece si demoliscono le aspettative dei genitori sui figli. Sì, perché Dagfrid per affermare le sue idee va dritta dagli interessati, madre e padre, che le confessano tra angosce e paure di aver fatto entrambi un voto al dio Thor per il bene di Odalrik. Per fortuna, Dagfrid non si ferma davanti a niente e con la complicità di suo fratello compiranno la loro piccola e giusta rivolta, con una promessa, anzi un voto a Thor: “se un giorno avremo dei figli, faranno quello che vorranno!”.

“Dagfrid, una bambina vichinga” e “Dagfrid, la rivolta del merluzzo” sono due dei tanti e deliziosi titoli della collana Superbaba, una collana dedicata alle prime letture scritte in stampatello maiuscolo o minuscolo, per accompagnare ogni lettore nel grande viaggio della lettura autonoma. A Ponteponente non mancano mai e li consigliamo sia per chi comincia a leggere da solo, sia in lettura condivisa per chi vuole testi più lunghi e si vuole divertire ascoltando dalla voce viva di un adulto storie divertenti, avventurose o poetiche.

Consigliato a partire dai sette anni, in lettura condivisa dai cinque anni.

Buona lettura!

Mariella

LIBRI E LIBRAIE – LE ISOLE DEL TEMPO

LIBRI E LIBRAIE – LE ISOLE DEL TEMPO

LIBRI&LIBRAIE del lunedì, per iniziare con slancio la settimana!

Francesca vi racconta:

LE ISOLE DEL TEMPO. AVVENTURE NEL MONDO VERDE PREISTORICO, di Marta Mazzanti e Giovanna Bosi, illustrazioni di Riccardo Merlo, Editoriale Scienza, 2022

Il libro di cui desidero parlarvi oggi non è una novità appena uscita. E’ stato infatti stampato una prima volta dalla casa editrice Editoriale Scienza nel 2010 e riproposto poi ad agosto 2022. A Ponteponente però è arrivato poco tempo fa e ha subito attirato la mia attenzione. Amo da sempre (e non solo da quando abbiamo inaugurato il nostro scaffale verde Lucciola, dove il libro ha subito trovato posto) il mondo vegetale, piante, alberi e fiori (anche se come giardiniera non sono un granché e vorrei tanto migliorare …) e amo da sempre i manoscritti (in un’altra vita mi sono occupata con grande passione di paleografia) e la storia. Cosa meglio allora di un albo di paleobotanica, splendidamente illustrato? Nel panorama dei libri di divulgazione scientifica per bambini e ragazzi sono davvero molti quelli dedicati agli animali ed anche agli animali preistorici. Osservando le illustrazioni sembra quasi che quest’ultimi, in particolare i dinosauri, siano vissuti in un habitat privo di vegetazione o comunque poco “verde”. C’è poca consapevolezza del mondo vegetale primitivo, non tanto per la mancanza di testimonianze che possano favorirne la ricostruzione ma perché nei fatti i dinosauri si prestano molto di più ad essere musealizzati e a far parlare di sé. Questo succede anche per il mondo animale di oggi, infatti è certamente più facile allestire un museo zoologico piuttosto che un museo botanico. “Le isole del tempo” è invece dedicato proprio alla paleobotanica, la scienza che, al pari della paleontologia per il mondo animale, studia le specie vegetali del passato.

Un antico manoscritto è stato rinvenuto nell’Archivio storico di Castelfiorentino. Si tratta del diario di viaggio del professor Giacinto Sarapiglia, famoso botanico dell’università di Bologna, incaricato nel 1767 dal granduca di Toscana di guidare una spedizione oltre oceano alla ricerca di piante esotiche da introdurre nel giardino di Boboli a Firenze. La storia del libro  prende avvio da questo ritrovamento ed è divisa in due parti: nella prima viene appunto raccontata la storia del viaggio di esplorazione, seguendo gli avvenimenti riportati nel diario ritrovato. La cornice letteraria fittizia è un utile aggancio che cattura l’attenzione del lettore e lo trasporta con una narrazione avvincente nel mondo delle isole che vengono esplorate, in cui il tempo sembra essersi fermato. Incontri con dinosauri, rettili, animali preistorici, pesci e anfibi, ma anche con moltissime piante che vengono raccolte da Sarapiglia. Purtroppo non riuscirà a tornare a casa perché il brigantino Flora, la nave su cui sta viaggiando, verrà travolto da una tempesta. I taccuini, che si dice siano stati fortunosamente ritrovati niente di meno che dall’esploratore John Cook, costituiscono la seconda parte del libro. I testi sono accompagnati da splendide illustrazioni a piena pagina, del tutto simili nello stile e nella grafica a quelle dei veri atlanti botanici del XVII e XVIII secolo. Seguono poi alcune “Istruzioni per proseguire il viaggio”, che guidano i ragazzi e le ragazze alla scoperta dei lontani parenti attuali delle antiche piante. Come viene testualmente detto infatti: “il libro è nato soprattutto dal desiderio di condividere l’amore per il mondo verde lontano e le sensazioni di curiosità e meraviglia per ciò che i vegetali hanno saputo inventare per crescere, adattarsi, sopravvivere”. Cose che i nostri “amici verdi” continuano a fare ancora oggi, in un mondo che più che mai ha bisogno di loro e che sempre più ha necessità di essere amato, compreso e difeso. Il volume è stato curato nei testi da Marta Mazzanti e Giovanna Bosi, docenti di Botanica presso l’università di Reggio Emilia. Come sempre Editoriale Scienza unisce l’estrema accuratezza dei testi scientifici alla bellezza materiale del libro e dell’illustrazione. Un libro davvero prezioso, su un argomento poco conosciuto, che potrà piacere a ragazze e ragazzi appassionati di scienza e avventura.

Francesca

Età consigliata da 9 anni

Prendere aria, prendere il sole

Prendere aria, prendere il sole

Prendere aria, prendere il sole, di Isabel Minhós Martins e Bernardo P. Carvalho, traduzione a cura di Serena Magi, Hopi Edizioni, novembre 2022.

Oggi provo a raccontare di un bellissimo libro di divulgazione illustrata da poco uscito in Italia con Hopi edizioni, Prendere aria, prendere il sole.
Si può raccontare la divulgazione? Il racconto può farsi divulgazione? E’ una cosa fredda la divulgazione? Può essere scaldata? E a quanti gradi? Tanti esempi di libri per l’infanzia con questo taglio ci dicono di sì e le loro forme nuove ed ibride stanno scardinando e stravolgendo anche parte della letteratura divulgativa per adulti. Soprattutto attraverso il potere dell’immagine.

Scritto da Isabel Minhós Martins e illustrato da Bernardo P. Carvalho, entrambi candidati per questo lavoro all’Astrid Lindgren Memorial Award 2023, Prendere aria, prendere il sole vede la partecipazione alla revisione dei contenuti di fisici, climatologi, meteorologi e biologi.

La coppia di autori, entrambi portoghesi e co-fondatori della casa editrice di Lisbona Planeta Tangerina, non ci è nuova: qui da noi sono conosciuti per i lavori di divulgazione come Andirivieni (La Nuova Frontiera Junior, 2013) e Plasticus maritimus (Topipittori, 2020), ma la loro collaborazione è racchiusa anche in alcuni albi illustrati come P di papà (Topipittori, 2006), Cuore di mamma (Topipittori, 2010), Grazie! (Kalandraka, 2014), Di qui non si passa (Topipittori, 2015).

Nell’introduzione c’è una dichiarazione programmatica, non solo di cosa il lettore troverà in questo libro, ma di come debba essere un testo divulgativo per ragazzi e quale ne sia l’obbiettivo: Questo libro, Prendere aria, prendere il sole, è un omaggio al nostro posto nello spazio, al Sole, all’atmosfera, alla Terra. Ci sono informazioni, attività, pagine per respirare profondamente, altre semplicemente per divertirsi. In alcune pagine risponderemo alle domande a cui la scienza ha trovato risposta (cosa è il vento? Quanto è grande il sole?); in altre racconteremo storie di api, uccelli, semi volanti; in altre ancora parleremo di persone, ovviamente: il sole che entra dalle nostre finestre, l’aria che ci entra nei polmoni. I cappelli che volano col vento. Le scottature che abbiamo preso. Le barche a vela. Le persone che sono il sole della nostra vita.”

Un libro di formato medio grande, agile, interattivo, che chiama il lettore a ribaltarlo, rileggerlo, masticarlo, scarabocchiarlo, riempirlo di note (ricordate i libri di Keri Smith?). La veste grafica peculiare consegna un libro rovesciabile, diviso in due esatte metà, sole ed aria, sopra e sotto, che, piuttosto che contenere una fine, offre due inizi, come facce di una stessa medaglia. Il centro del libro è il luogo dove sole ed aria confluiscono. La fonte tipografica consta di caratteri chiari e grandi, facendosi inclusiva e adatta anche ai lettori più giovani. Le illustrazioni essenziali, buffe e dinoccolate, dai margini marcati ed ampi, saltano fuori dalla pagina opaca, in chiazze nere, grigie, gialle e azzurre, come pitture dal muro.
La scrittura è chiara, a tratti ironica, e va incontro al lettore e al suo desiderio di comprensione, bilanciando informazioni scientifiche con osservazioni di natura umanistica e proposta di attività.

Aria e sole vengono raccontati con rigore scientifico attraverso esempi e disegni utili a coglierne le caratteristiche peculiari, ma si fanno anche correlativo oggettivo delle nostre esistenze, per mezzo di cappelli e occhiali da sole.

Un inno al Caso che ha generato una piccola porzione di universo perfetta, dove, grazie ad un sottile equilibrio, prospera vita. E’ mostrato il sistema di interconnessioni fra macro e micro ove viviamo, in cui anche ciò che pare immenso, in relazione all’infinito universo, si ribalta in minuscola parte.
Questi dati che prendono vita fra pagine ruvide e colorate, ci consegnano una scienza parlante, composta da domande incessanti, organizzate in una serie di miti contemporanei che possono essere utili a ripensarci come umanità, ridefinendo un nuovo rapporto con il reale e ad aprire nuovi orizzonti.

Vorrei ora dedicare qualche riflessione al lavoro della giovane casa editrice Hopi, nata a Roma poco prima della pandemia; ha una vocazione ecologica e questa impronta consapevole da forma a tutte le loro scelte editoriali. Fra le prime pubblicazioni troviamo un altro bellissimo albo di Isabel Minhós Martins, Cento semi che presero il volo. Il catalogo non è ampio, ogni progetto viene curato con attenzione a partire dall’aspetto grafico e di stampa, per arrivare a quello promozionale. Valentina e Silvia portano libri e autorǝ ovunque, con entusiasmo e disponibilità: nelle scuole, nelle librerie, alle fiere, in contesti culturali anche non ufficiali. La loro capacità di tessere relazioni le ha portate a creare una rete lavorativa che si è fatta affettiva, senza mai perdere di vista il rigore professionale ed il rispetto per la materia trattata. E questo è ciò che accade quando ci si dona attraverso il proprio lavoro.

Un esempio parlante è la recente pubblicazione da loro voluta e curata della fanzine TerraCielo – riflessioni elementari sul covid e sulla guerra, che ha dato uno spazio ufficiale al racconto dell’esperienza didattica fatta dalla classe VB e dalla loro maestra Felicita Rubino, della scuola Carlo Pisacane di Roma. Un progetto che mostra in forma di carta come produzione dal basso e forme culturali più ufficiali possano mettersi in relazione, ibridandosi, per creare nuovi contenuti e possibilità. Certo si tratta di esperimenti, soprattutto in questo caso, che hanno numi speciali, come Mario Lodi e Gianni Rodari, ma che nel nostro presente hanno un valore estremamente forte, opponendosi con il loro esempio alla disgregazione delle reti sociali che rischiamo ogni giorno.
Prende vita l’affermazione di Guattari che Valentina e Silvia hanno fatto propria:
spetta all’ecologia reinventare nuove maniere di stare nel mondo e nuove forme di socialità”.

Noi libraie di Ponteponente abbiamo la fortuna di collaborare spesso con loro e la nostra gratitudine nell’osservare il piacere con cui si sono lasciate coinvolgere in alcuni progetti (in particolar modo per lo SCAFFALE LUCCIOLA), apportando ricchezza, è grande.

COME UN COLPO D’ARIA, LE BUONE STORIE CI SPOSTANO, COME UNA RAFFICA DI VENTO, LE BUONE STORIE CI SCOMPIGLIANO, COME UN CALDO RAGGIO DI SOLE, LE BUONE STORIE CI ILLUMINANO.

Usciamo fuori per parlarci, discutere, osservare, porre domande, leggere, stupirci. Al sole, all’aria.

Età di lettura: dagli 8 anni.

Maria

LIBRI&LIBRAIE – IL LUNEDI’ E’ TUTTA UN’ALTRA STORIA

LIBRI&LIBRAIE – IL LUNEDI’ E’ TUTTA UN’ALTRA STORIA

IL LUNEDI’ È TUTTA UN’ ALTRA STORIA, di Christine Nöstlinger, traduzione dal tedesco di Anna Patrucco Becchi, La Nuova Frontiera Junior, 13 gennaio 2023

Figlia di genitori separati da quando aveva tre anni, Kathi Rumpel è una ragazzina fiera e indipendente, vive con la madre, ma tutti i lunedì li trascorre in compagnia della nonna paterna, soprannominata Lady.

Lady fa la parrucchiera ed è una “nonna” (guai a chiamarla così) assolutamente fuori dalle righe, una donna stravagante, che non cucina e fa manicaretti, ma che invece spesso aiuta Kathi nelle sue controversie quotidiane…con le dolci e meno dolci maniere!  Come quando per fermare una zuffa tra sua nipote e due bambini, dà un calcio nel sedere a uno e afferra il naso dell’altra, ma poi per farsi perdonare offre un gelato a tutti e tre.

Accade che un lunedì Lady scopre che sua nipote ha una colonia di pidocchi in testa e per risolvere il problema non c’è altra soluzione se non quella di tagliare i capelli. Kathi accetta a malincuore, ma sceglie su una rivista la cresta da punk e, anche se non sa bene ancora quali saranno le conseguenze del suo gesto, va avanti per la sua strada.

Si ribella soprattutto a parole Kathi, dopo che sua madre in un impeto di rabbia la trascina in bagno e le rasa la testa. Un taglio di capelli fa cambiare il modo di vedersi e vedere gli altri, il mondo dentro e quello fuori. Fa intuire l’importanza di essere rispettati soprattutto perché piccoli, perché deboli rispetto “agli adulti che hanno il potere”. Nei pensieri di Kathi c’è tutta la Nöstlinger, la sua visione del mondo, il rispetto per l’infanzia e lo smascheramento di quel mondo adulto, che vorrebbe i bambini confezionati “sottovuoto” (Il bambino sottovuoto 1975, Salani Gl’Istrici) a modo, affettuosi e beneducati.

Ma il romanzo non finisce qui, la Nöstlinger con la sua scrittura intelligente e ironica dipinge una scena da teatro shakespeariano: Kathi si finge ragazzino, o meglio il fratello di Kathi, per avvicinarsi a Jakob, al quale da piccola aveva dato uno schiaffo. Tra storie inventate di sana pianta, smascheramenti e confessioni il finale è dolce e bello.

Buona lettura!

Consigliato a partire dai dieci anni

Mariella