Prendere aria, prendere il sole, di Isabel Minhós Martins e Bernardo P. Carvalho, traduzione a cura di Serena Magi, Hopi Edizioni, novembre 2022.

Oggi provo a raccontare di un bellissimo libro di divulgazione illustrata da poco uscito in Italia con Hopi edizioni, Prendere aria, prendere il sole.
Si può raccontare la divulgazione? Il racconto può farsi divulgazione? E’ una cosa fredda la divulgazione? Può essere scaldata? E a quanti gradi? Tanti esempi di libri per l’infanzia con questo taglio ci dicono di sì e le loro forme nuove ed ibride stanno scardinando e stravolgendo anche parte della letteratura divulgativa per adulti. Soprattutto attraverso il potere dell’immagine.

Scritto da Isabel Minhós Martins e illustrato da Bernardo P. Carvalho, entrambi candidati per questo lavoro all’Astrid Lindgren Memorial Award 2023, Prendere aria, prendere il sole vede la partecipazione alla revisione dei contenuti di fisici, climatologi, meteorologi e biologi.

La coppia di autori, entrambi portoghesi e co-fondatori della casa editrice di Lisbona Planeta Tangerina, non ci è nuova: qui da noi sono conosciuti per i lavori di divulgazione come Andirivieni (La Nuova Frontiera Junior, 2013) e Plasticus maritimus (Topipittori, 2020), ma la loro collaborazione è racchiusa anche in alcuni albi illustrati come P di papà (Topipittori, 2006), Cuore di mamma (Topipittori, 2010), Grazie! (Kalandraka, 2014), Di qui non si passa (Topipittori, 2015).

Nell’introduzione c’è una dichiarazione programmatica, non solo di cosa il lettore troverà in questo libro, ma di come debba essere un testo divulgativo per ragazzi e quale ne sia l’obbiettivo: Questo libro, Prendere aria, prendere il sole, è un omaggio al nostro posto nello spazio, al Sole, all’atmosfera, alla Terra. Ci sono informazioni, attività, pagine per respirare profondamente, altre semplicemente per divertirsi. In alcune pagine risponderemo alle domande a cui la scienza ha trovato risposta (cosa è il vento? Quanto è grande il sole?); in altre racconteremo storie di api, uccelli, semi volanti; in altre ancora parleremo di persone, ovviamente: il sole che entra dalle nostre finestre, l’aria che ci entra nei polmoni. I cappelli che volano col vento. Le scottature che abbiamo preso. Le barche a vela. Le persone che sono il sole della nostra vita.”

Un libro di formato medio grande, agile, interattivo, che chiama il lettore a ribaltarlo, rileggerlo, masticarlo, scarabocchiarlo, riempirlo di note (ricordate i libri di Keri Smith?). La veste grafica peculiare consegna un libro rovesciabile, diviso in due esatte metà, sole ed aria, sopra e sotto, che, piuttosto che contenere una fine, offre due inizi, come facce di una stessa medaglia. Il centro del libro è il luogo dove sole ed aria confluiscono. La fonte tipografica consta di caratteri chiari e grandi, facendosi inclusiva e adatta anche ai lettori più giovani. Le illustrazioni essenziali, buffe e dinoccolate, dai margini marcati ed ampi, saltano fuori dalla pagina opaca, in chiazze nere, grigie, gialle e azzurre, come pitture dal muro.
La scrittura è chiara, a tratti ironica, e va incontro al lettore e al suo desiderio di comprensione, bilanciando informazioni scientifiche con osservazioni di natura umanistica e proposta di attività.

Aria e sole vengono raccontati con rigore scientifico attraverso esempi e disegni utili a coglierne le caratteristiche peculiari, ma si fanno anche correlativo oggettivo delle nostre esistenze, per mezzo di cappelli e occhiali da sole.

Un inno al Caso che ha generato una piccola porzione di universo perfetta, dove, grazie ad un sottile equilibrio, prospera vita. E’ mostrato il sistema di interconnessioni fra macro e micro ove viviamo, in cui anche ciò che pare immenso, in relazione all’infinito universo, si ribalta in minuscola parte.
Questi dati che prendono vita fra pagine ruvide e colorate, ci consegnano una scienza parlante, composta da domande incessanti, organizzate in una serie di miti contemporanei che possono essere utili a ripensarci come umanità, ridefinendo un nuovo rapporto con il reale e ad aprire nuovi orizzonti.

Vorrei ora dedicare qualche riflessione al lavoro della giovane casa editrice Hopi, nata a Roma poco prima della pandemia; ha una vocazione ecologica e questa impronta consapevole da forma a tutte le loro scelte editoriali. Fra le prime pubblicazioni troviamo un altro bellissimo albo di Isabel Minhós Martins, Cento semi che presero il volo. Il catalogo non è ampio, ogni progetto viene curato con attenzione a partire dall’aspetto grafico e di stampa, per arrivare a quello promozionale. Valentina e Silvia portano libri e autorǝ ovunque, con entusiasmo e disponibilità: nelle scuole, nelle librerie, alle fiere, in contesti culturali anche non ufficiali. La loro capacità di tessere relazioni le ha portate a creare una rete lavorativa che si è fatta affettiva, senza mai perdere di vista il rigore professionale ed il rispetto per la materia trattata. E questo è ciò che accade quando ci si dona attraverso il proprio lavoro.

Un esempio parlante è la recente pubblicazione da loro voluta e curata della fanzine TerraCielo – riflessioni elementari sul covid e sulla guerra, che ha dato uno spazio ufficiale al racconto dell’esperienza didattica fatta dalla classe VB e dalla loro maestra Felicita Rubino, della scuola Carlo Pisacane di Roma. Un progetto che mostra in forma di carta come produzione dal basso e forme culturali più ufficiali possano mettersi in relazione, ibridandosi, per creare nuovi contenuti e possibilità. Certo si tratta di esperimenti, soprattutto in questo caso, che hanno numi speciali, come Mario Lodi e Gianni Rodari, ma che nel nostro presente hanno un valore estremamente forte, opponendosi con il loro esempio alla disgregazione delle reti sociali che rischiamo ogni giorno.
Prende vita l’affermazione di Guattari che Valentina e Silvia hanno fatto propria:
spetta all’ecologia reinventare nuove maniere di stare nel mondo e nuove forme di socialità”.

Noi libraie di Ponteponente abbiamo la fortuna di collaborare spesso con loro e la nostra gratitudine nell’osservare il piacere con cui si sono lasciate coinvolgere in alcuni progetti (in particolar modo per lo SCAFFALE LUCCIOLA), apportando ricchezza, è grande.

COME UN COLPO D’ARIA, LE BUONE STORIE CI SPOSTANO, COME UNA RAFFICA DI VENTO, LE BUONE STORIE CI SCOMPIGLIANO, COME UN CALDO RAGGIO DI SOLE, LE BUONE STORIE CI ILLUMINANO.

Usciamo fuori per parlarci, discutere, osservare, porre domande, leggere, stupirci. Al sole, all’aria.

Età di lettura: dagli 8 anni.

Maria